Capitolo 3
Il nostro rifugio è sotterraneo e il suo ingresso è nascosto nel cortile della casa del branco. Stavamo aiutando i cuccioli quando all'improvviso la signora Black ci è venuta incontro, in preda al panico. «Aadhya, Layla, andate nel rifugio. Agli altri ci penso io».
«Vogliamo aiutare, mamma» disse Layla, e io annuii per darle manforte.
«Non discutere con me, Layla» gridò lei, spingendoci verso la casa del branco. «Prendetevi cura degli altri là dentro» ci disse, e Layla annuì timidamente. Stavamo per entrare quando mi resi conto che Beth non era con noi.
«Aspetta, dov'è Beth?» mi guardai intorno freneticamente.
«Merda, dove è andata? Dannazione» imprecò Layla. «Addy, vai al rifugio e controlla se Beth è lì. Io la cerco fuori». Annuii e corsi dentro. Tutti i lupi che non possono combattere sono nel rifugio; i cuccioli sono spaventati e i feriti fanno del loro meglio per dare una mano in qualsiasi modo, mentre riesco anche a scorgere alcuni guerrieri, nel caso qualcuno dovesse fare irruzione.
Cercai in tutto il rifugio e, non trovando Beth, corsi di nuovo fuori. È un caos: tutti corrono da una parte all'altra, alcuni verso il rifugio, altri verso i confini, altri ancora portano i feriti in infermeria. All'improvviso, sul mio telefono comparve un messaggio. Presi il cellulare e vidi che era di Layla: aveva trovato Beth nell'armeria. Mi cacciai il telefono in tasca e corsi verso l'edificio. La porta era già socchiusa. Stavo per precipitarmi dentro quando sentii una voce agghiacciante.
«Non dovreste andarvene in giro quando siete sotto attacco, tesori». Un uomo era in piedi, di spalle alla porta. Era magro ma muscoloso, e aveva un'aura oscura intorno a sé. «Allora, ditemi: chi di voi due vuole morire per prima?» Finalmente vidi Layla e Beth, di fronte a lui. Layla era in piedi davanti a Beth, in un gesto protettivo, ma sembrava anche lei terrorizzata. «Rispondetemi, signore» disse lui, gelido. All'improvviso allungò una mano e afferrò Layla per la gola. «State usando il collegamento mentale, eh?» commentò con tono divertito. «Vediamo quanto è facile spezzare il collo a un gamma». Beth si mise a urlare, supplicandolo di lasciare andare Layla. Layla si stava divincolando nella sua presa, ma vedevo che i suoi movimenti si facevano più lenti e il suo viso stava diventando blu per la mancanza di ossigeno.
La mia mente era vuota. Non sapevo cosa fare, così, senza pensare, feci la prima cosa che mi venne in mente. Raccolsi la spada da terra e caricai con tutta la mia forza contro il braccio con cui stava stringendo la gola di Layla. Con un solo fendente, il suo braccio finì sul pavimento, mentre lui urlava di dolore e rabbia. Mi guardò furioso, e fu allora che capii cos'era... i suoi occhi rosso sangue rivelavano la sua identità... era un vampiro. Senza dargli il tempo di reagire, sferrai un altro colpo e questa volta Beth urlò inorridita, mentre la testa del vampiro cadeva a terra con un tonfo e il suo corpo crollava dall'altra parte.
Mi guardai intorno nell'armeria in cerca di altre minacce, ma tutto sembrava a posto. Guardai Beth, che mi fissava terrorizzata, ma potevo vedere che era anche sollevata. Layla era a terra, priva di sensi.
«Beth, porta via Layla, vi copro io. Dobbiamo raggiungere il rifugio in fretta. Non credo che possiamo affrontarli da sole». Non me lo aspettavo, ma lei fece subito come le avevo detto, senza fare una sola domanda. Andai verso un cassetto, presi il sacchetto di polvere d'argento e me la cosparsi su tutto il corpo.
Sia i vampiri che i lupi mannari hanno lo stesso punto debole, ovvero l'argento: quando lo toccano, la pelle brucia. Io sono umana, ma mettere l'argento sul corpo mi irrita la pelle {forse perché ho sangue di lupo mannaro}. In questo momento, sono felice di essere umana. Presi la spada e guardai Beth, che stava osservando ogni mia mossa con molta attenzione.
«Ascolta, Beth, non toccarmi. Quest'argento ti brucerà la pelle. Appena arriviamo, devi correre dentro la casa sicura, capito?» le chiesi, e lei annuì. {Avrei voluto disperatamente che Layla vedesse quanto Beth mi stesse prendendo sul serio... ma quella stronza è svenuta... che sfortuna.}
Uscii con cautela dall'armeria e la scena che mi si presentò davanti mi fece ribollire il sangue. Molti randagi stavano cercando di sopraffare i nostri guerrieri e nell'aria sentivo l'odore metallico del sangue. Iniziammo a muoverci verso la casa del branco senza farci notare. Stavamo per entrare quando un randagio ci si parò davanti, bloccandoci l'ingresso; il suo manto marrone era coperto di sangue. Ringhiò contro di noi. Guardai Beth e le feci cenno di entrare non appena ne avesse avuto l'occasione. Era terrorizzata, ma annuì. Feci un passo verso il lupo, che mi si scagliò contro, poggiando la zampa sinistra sulla mia mano destra, quella con cui tenevo la spada. Caddi a terra con un tonfo e sentii l'aria mancarmi nei polmoni. Urlai per il dolore mentre sentivo i suoi artigli affondarmi nei polsi, ma all'improvviso lui indietreggiò, ululando per la sofferenza causata dall'argento che avevo addosso. Prima che potesse riprendersi, mi lanciai su di lui con la punta della spada e gliela conficcai nel petto. Ululò forte. Non so cosa l'abbia colpito di più, se la spada o l'argento sul mio corpo, ma morì nel giro di pochi minuti.
Il cuore mi batteva all'impazzata nel petto per tutta l'azione. Provai a estrarre la spada, ma era incastrata nel suo cadavere. Alla fine, rinunciai e stavo per andare alla casa sicura, quando un altro lupo mi si scagliò addosso e mi morse un piede. Non so chi di noi due abbia urlato prima per il dolore, ma so una cosa... stavamo soffrendo entrambi. {Si è bruciato tutta la bocca quando mi ha morso la gamba, per via dell'argento}. Il lupo grigio di Matt venne verso di noi, si lanciò sul randagio e gli squarciò la gola con un solo morso. Si guardò intorno in cerca di altre minacce e, quando fu sicuro che non ci fosse nessuno, fece qualche passo verso di me.
«Non avvicinarti, Matty. Sono coperta d'argento» gli dissi, gemendo per il dolore. Lui mi guardò in preda al panico e corse verso il bosco. Mi guardai e mi vidi coperta di sangue dalla testa ai piedi. Ovviamente, non era il mio sangue... {, ma Matt questo non lo sa, no?}. Dopo qualche minuto, tornò correndo verso di me in forma umana, stringendo tra le mani un ampio telo. Mi avvolse nel tessuto e mi prese in braccio con delicatezza.
Mi guardai intorno. Tutti i maschi erano tornati in forma umana e indossavano dei pantaloncini, mentre tutte le femmine portavano delle magliette lunghe. Erano tutti coperti di sangue, ma nessuno di loro era ferito... {la magia della guarigione dei lupi mannari}. Vedevo molti cadaveri di randagi sparsi ovunque, ma non riuscii a individuare neanche un corpo di vampiro.
Matt mi portò in infermeria e una dottoressa mi venne incontro di corsa. «È coperta d’argento» l’avvertì lui, e lei si bloccò all’istante.
«Vieni con me» disse, e la seguimmo. Ci condusse in bagno. «Dovresti pulirti in fretta, così posso controllare la ferita» mi disse, e Matt mi mise lentamente a terra.
«Vado a prenderti qualcosa da metterti» mi disse, e corse fuori. Feci un bagno e mi lavai accuratamente. Pochi minuti dopo, Matt bussò alla porta e mi passò i vestiti. Li indossai e uscii. Appena fui fuori, Matt mi prese tra le braccia, mi adagiò con delicatezza sul letto e la dottoressa iniziò a medicarmi la ferita. Mentirei se dicessi che stavo bene. Avevo la gamba insensibile per il dolore, i polsi graffiati, la schiena mi faceva un male cane e il livido che mi aveva regalato Ethan il giorno prima non aiutava di certo… ma nonostante tutto, mi sentivo forte.
Mentre la dottoressa medicava le mie ferite, la mente mi ripropose un flashback delle ultime ore. Quando ripensai a quel vampiro e a come l'avevo decapitato, mi sentii come se mi avessero versato addosso un secchio pieno di ghiaccio. Non so cosa mi fosse preso, ma in quel momento volevo proteggere Layla e Beth. E sono felice di esserci riuscita. Per la prima volta in vita mia, mi sento fiera di me stessa… mi darò sicuramente una pacca sulla spalla per questo.
«Se fossi in te, non starei sorridendo nelle tue condizioni» commentò la dottoressa mentre mi fasciava la ferita, cosa che mi fece sorridere ancora di più. Ma all’improvviso un pensiero mi attraversò la mente e il sorriso svanì.
Guardai Matt, che stava fissando qualsiasi cosa tranne me. Per tutti è un guerriero spietato, ma quando qualcuno a cui tiene si fa male, non riesce nemmeno a guardare le ferite per la paura. È qui con me solo perché non vuole che mi senta sola.
«Matty» lo chiamai, e lui mi guardò con cautela, sforzandosi disperatamente di non guardare la ferita. «Ci sono state vittime?» gli chiesi, e lui annuì con tristezza.
«Abbiamo perso cinque guerrieri» disse, e continuò: «Alcuni sono feriti, ma con l'aiuto dei medici e la capacità di guarigione dei loro lupi, entro domani staranno bene».
«Hai controllato Layla e Beth?» Appena feci la domanda, la famiglia Black entrò nella stanza con il panico dipinto sul volto, e nello stesso istante la dottoressa finì di medicarmi. Layla mi corse incontro e mi abbracciò forte.
«Ma cosa ti è saltato in mente, cretina?» mi urlò, stringendomi.
«Dovevo fare qualcosa. Stava per ucciderti» le dissi, e lei mi lasciò andare, fulminandomi con lo sguardo. I miei occhi caddero automaticamente sul suo collo, nel punto in cui lui le aveva stretto la gola. Le impronte delle sue dita erano ancora visibili, ma stavano svanendo lentamente.
«Non capisco perché i vampiri ci stiano attaccando» chiesi, senza rivolgermi a nessuno in particolare, e tutti, tranne Beth e Layla, mi guardarono come se mi fossero spuntate due teste.
«Vampiri?» disse Matt, confuso. «Stando alle mie informazioni, si trattava di una cinquantina di rogue, ma nessuno ha parlato di vampiri» mi disse, e anche il signor e la signora Black annuirono, confermando la sua versione.
«Sì, Aadhya, Matt ha ragione. Siamo stati attaccati solo da un gruppo di rogue» lo appoggiò il signor Black.
«Ti sbagli, papà». Con sorpresa di tutti, furono queste le parole di Beth. «Aadhya sta dicendo la verità. Quando te ne sei andato mi sono spaventata, ma volevo anche combattere. La mamma, Layla e Aadhya hanno iniziato ad aiutare tutti, e io mi sono intrufolata nell'armeria. Stavo per dirigermi verso i confini orientali quando Layla mi ha fermata e mi ha detto di andare con lei in un rifugio. Stava per trascinarmi fuori dall'armeria, quando un vampiro è entrato e ci ha sbarrato la strada». A quelle parole, la signora Black sussultò. «Stava per uccidere Layla, ma è arrivata Addy e l'ha decapitato», concluse Beth deglutendo. E a quel punto, tutti gli sguardi si puntarono su di me.
Tutti rimasero in silenzio per qualche minuto, poi all'improvviso Layla lanciò un grido di gioia e mi travolse di nuovo in un abbraccio. «Sei stata una grande, Addy», disse, mentre Matt scuoteva la testa.
«Dobbiamo informare Aiden», disse il signor Black alla moglie, che annuì. «Matt, porta le ragazze a casa. Dottore, non credo che Aadhya debba rimanere qui», si rivolse poi al medico.
«Devo visitarla per bene. Dopodiché, potrete portarla a casa». Loro annuirono e uscirono. Matt e Layla mi aiutarono e mi portarono a casa di Layla, mentre Beth mi ignorò e andò dritta in camera sua.
Per quanto amassimo dormire, tutta l'avventura appena vissuta non permetteva ai nostri cervelli di rilassarsi abbastanza da prendere sonno. Provai a sdraiarmi su un fianco, ma trasalii per il dolore, e in un secondo Matt e Layla furono al mio fianco.
«Che succede, Addy?», mi chiese Matt preoccupato, mentre Layla serrava la mascella.
«È il livido che le ha fatto Ethan ieri», gli spiegò lei, e anche Matt contrasse la mascella.
«Lasciate perdere, ragazzi. Sappiamo tutti che mi odia», dissi loro.
«L'Alpha Aiden è furioso con lui», ci informò Matt, e noi lo guardammo con aria interrogativa. «Era andato da qualche parte con Stella prima dell'attacco. Il suo collegamento mentale era bloccato e non rispondeva nemmeno alle chiamate», ci raccontò, e un'ondata di rabbia mi attraversò. È il futuro Alpha del nostro branco e, invece di proteggerlo, se ne va in giro a spassarsela... E se fosse successo qualcosa a Matt o a Layla? Layla cambiò argomento, percependo la mia rabbia crescente, cosa di cui le fui davvero grata.
La mattina, mentre stavamo pranzando, il signor Black mi informò che dovevo incontrare Ethan per dargli i dettagli sul vampiro. Quando gli chiesi perché non potessi dare le informazioni direttamente all'Alpha Aiden, mi spiegò che l'Alpha era già molto impegnato e stressato per la situazione, quindi Ethan si stava occupando della faccenda per rimediare alla sua assenza. E così, ora mi ritrovo seduta nell'ufficio dell'Alpha Aiden, che si trova nella casa del branco, ad aspettare Ethan.
Dopo qualche minuto, la porta si aprì e qualcuno entrò. Sapevo già che era lui, perciò non mi voltai. «Inizia a parlare», sentii la sua voce... Provo ancora una rabbia tremenda verso di lui.
«Cosa vuoi che ti dica, Ethan?», gli chiesi.
«Sono il tuo Alpha», ringhiò.
«Allora comportati come tale». Prima ancora di rendermi conto di ciò che avevo detto, mi ritrovai sollevata in aria e spinta con violenza contro il muro, un colpo che mi mozzò il fiato. Chiusi gli occhi per il dolore e sentii la mano di Ethan sulla gola. Aspettai il colpo, o le sue parole taglienti, ma quando non accadde nulla per un minuto, alla fine riaprii gli occhi. Mi stava guardando con un'espressione strana. All'improvviso, mi sentii mancare e l'ufficio dell'Alpha sembrò iniziare a girare, ma ricordo chiaramente la parola che pronunciò prima che perdessi conoscenza... "COMPAGNA".
