Capitolo 6
Stella mi ringhiò contro e io mi misi sulla difensiva. Allenamento o no, Stella non si sarebbe mai lasciata sfuggire l'occasione di uccidermi o di ferirmi gravemente... {Non credo che lascerò correre neanche io, questa volta.}
«Aadhya», disse Ethan, mettendosi all'improvviso tra di noi e guardandomi dritto negli occhi. Indossava solo un paio di pantaloncini, e il suo torso nudo e perfettamente scolpito era in bella mostra. Grondava di sudore e i capelli biondo cenere gli si erano appiccicati alla fronte... {Un essere umano può mangiare un lupo vivo?}... Non so da dove mi siano venuti certi pensieri, ma scossi la testa per scacciarli. Lo guardai e lo sorpresi a farmi un sorrisetto... {Sembra che mi abbia beccata a fissarlo.} ... «Nell'ufficio di papà, subito», disse, poi si voltò verso la lupa di Stella, che non sembrava affatto contenta. Ethan si lasciò sfuggire una risata sensuale, si avvicinò a Stella e l'abbracciò stretta, la pelliccia di lei a contatto con la sua pelle nuda... {seminuda...}
«Papà mi ha assegnato un compito importante, piccola, e per portarlo a termine devo interrogare questa stramba... scusa se ti ho rovinato il divertimento», le sussurrò all'orecchio. Sarei disposta a dare qualsiasi cosa a chiunque potesse spiegarmi come diavolo facesse un'umana come me a sentire le sue parole da così lontano. Avrei voluto sentire di più, ma vederli così vicini mi stava spezzando il cuore, perciò mi voltai ed entrai nella casa del branco, diretta all'ufficio dell'Alfa Aiden. Bussai alla porta e aspettai... {Spero che vada tutto bene.}
«Non c'è nessuno», sentii la voce di Ethan alle mie spalle, così mi feci da parte per lasciarlo entrare. Mi guardò con un'espressione strana e fece qualche respiro profondo. Dopo aver annusato ancora un po', sulla sua fronte comparvero delle rughe e scosse la testa, irritato. Quando mi passò accanto, le nostre mani si sfiorarono, e bastò quello a far accelerare il mio respiro e i battiti del mio cuore. Feci subito un passo indietro e lo sentii ringhiare mentre entrava nell'ufficio. Lo seguii dentro e lui si chiuse la porta alle spalle. Mi avvicinai alla scrivania e presi una sedia, mentre lui era ancora fermo vicino alla porta. Girai la sedia e mi sedetti. Ora ero di fronte a lui.
«Papà mi ha detto che hai ucciso un vampiro», disse. Cercai di leggere la sua espressione, ma non ci riuscii.
«Sì», risposi in modo sbrigativo.
«Cosa ci facevi nell'armeria, quando saresti dovuta essere nel rifugio?», mi chiese di nuovo, con lo stesso tono... {Non è una domanda che mi sorprende. Non ha mai pensato che io avessi il fegato anche solo di pensare di affrontare qualcuno.}
«Io e Layla stavamo cercando Beth. Layla l'ha trovata nell'armeria e io sono andata lì per loro. Quando sono entrata, quel vampiro stava per spezzare il collo a Layla. Così ho fatto quello che ritenevo più giusto», gli spiegai, desiderando solo andarmene da quel posto. Questo legame da compagni sta avendo degli effetti stupidi su di me... {Dovrebbe mettersi una maglietta o qualcosa del genere.}
Lui cominciò ad avanzare verso di me, e io cercai di non darlo a vedere. «Stai cercando di dire che un'umana come te è entrata nell'armeria senza essere notata da un vampiro, che ha un olfatto incredibile, e non solo: lo hai decapitato con questa facilità?». Appoggiò le mani ai lati dei braccioli della sedia e si chinò finché non ci trovammo faccia a faccia... «Direi che o quel vampiro era molto debole, o tu sei una cantastorie affascinante», disse, con lo sguardo fisso sulle mie labbra. Potevo sentire il calore del suo corpo dal torso nudo, a pochi centimetri da me, e il suo profumo virile mi stava facendo girare la testa. «Dimmi la verità, Aadhya», sussurrò con voce roca, e io rabbrividii.
«I-io…» provai a dire qualcosa, ma la mente e gli occhi erano fissi solo sulle sue labbra… Come sarebbe se queste labbra rosee coprissero le mie? … Dovevo solo sporgermi un po’ e le nostre labbra si sarebbero toccate. Non sapevo cosa stessi facendo, quando sentii una voce… «AAadhyaaa». Era la stessa voce carica di emozione e incrinata che avevo sentito ieri nel mio sogno. Bastò a spezzare l’incantesimo che il legame tra compagni aveva creato intorno a noi.
Spinsi Ethan all’indietro e tornai al mio posto. Il cuore mi martellava furiosamente nel petto e il respiro era affannoso. Guardai Ethan, e anche lui respirava pesantemente. Per qualche minuto, nessuno dei due fece o disse nulla. Ripensai a tutto quello che era successo poco prima e, di nuovo, il cuore prese a battermi all’impazzata, ma stavolta per la rabbia. Guardai Ethan, che sembrava immensamente irritato e arrabbiato con se stesso… A quanto pare non sono l’unica a subire l’effetto del legame. Ma la domanda è: voglio davvero un legame che mi rende solo debole e furiosa?
«Io non ho nessun odore» gli dissi, e lui scattò con la testa verso di me. «Fin dal giorno in cui sono nata, non ho mai avuto un odore. Il profumo di lavanda che tutti considerate mio, non è mio. Era un profumo che la mamma mi faceva mettere ogni giorno perché non mi trattassero da reietta. Solo pochi intimi, l’Alpha e la Luna, lo sanno. Quando ho ucciso quel vampiro, non indossavo il mio profumo» gli dissi la verità, prendendo un respiro profondo. «Ieri non so come voi tre siate riusciti a sentire il mio odore, ma non appena siamo uscite dalla casa del branco, è sparito di nuovo.»
Quando sentii qualcosa di umido sulle guance, mi resi conto che stavo piangendo. Non mi piace piangere davanti a nessuno, ma farlo davanti a lui mi sembrava giusto… Al diavolo questo stupido legame tra compagni. Volevo dirgli tutto, oggi stesso. La Dea della Luna lo aveva reso il mio compagno, e con questo gli aveva anche dato il diritto di sapere tutto di me. «Non ho mai voluto essere una reietta. Volevo essere accettata anch’io… Volevo essere amata anch’io» avrei voluto continuare, ma un singhiozzo mi sfuggì dalle labbra e mi lasciai cadere sulla sedia. Lui mi guardava con un’espressione addolorata. Sapevo che il suo lupo voleva consolarmi, ma lui si stava trattenendo. Fece un respiro profondo, si avvicinò e si sedette sulla sedia accanto alla mia, mantenendo una certa distanza tra noi.
«Certe cose non sono sotto il nostro controllo, Addy, succedono e basta, e noi dobbiamo adattare le nostre vite di conseguenza.» Questo non me l’aspettavo. Io ed Ethan che avevamo una conversazione civile. Sembrava già un mito… Però mi ha chiamata Addy. Dopo dieci anni, si era improvvisamente ricordato che ero Addy e non una specie di stramba. «Per quanto il mio lupo ti desideri, sa anche che non possiamo averti come nostra Luna. La sua attrazione per te è dovuta solo al legame tra compagni e a nient’altro» disse, e io lo guardai negli occhi.
Per la prima volta in questi ultimi dieci anni, non mi stava deridendo, non mi stava insultando, eppure la sincerità delle sue parole mi trafiggeva il cuore… Ma posso contraddirlo? Ho qualcosa da ribattere per dirgli che si sbaglia? E poi, si sbaglia davvero? Ha ragione. Non è mai stato attratto da me e, per quanto odiassi la parola “stramba”, quella è la verità. Sono diversa da chiunque altro. Non ho né le qualità degli umani né quelle dei licantropi. Non posso dire che Stella si sia messa tra di noi; lei è sempre stata con lui per tutti e tre gli anni e, solo perché la Dea della Luna ha voluto farsi due risate accoppiandomi con lui, non posso negare che lui faccia davvero sul serio con Stella. Non è un puttaniere che va a letto con la prima che capita. Sta solo con Stella e con nessun’altra.
Lo guardai, e lui mi stava ancora fissando con un’espressione sofferente. Mi asciugai le lacrime e gli rivolsi un sorriso sincero; al mio sguardo, sembrò quasi sciogliersi. «Non ti ho mai desiderato come mio compagno, Ethan, perché so che non mi amerai mai». Non si stava trattenendo dall’esprimere le sue emozioni, perché riuscivo a leggerle benissimo, e in quel momento le mie parole lo sconvolsero. «Eppure, quando ho scoperto che eri tu il mio compagno, ero più felice che mai, e non per una stupida questione da Alpha o cose del genere. Un tempo eri mio amico, quindi credo che quel poco di me tu lo conosca». Sorrisi, e un sorriso simile apparve sul suo volto. Forse si ricordava ancora dei nostri momenti d’infanzia.
«Trovare un compagno, per me, era un segnale potente che non sono una reietta o una stramba. Ho provato una piccola sensazione di appartenenza e accettazione. Perciò, non posso negare che il tuo rifiuto sia stato un colpo crudele». A quel punto, distolse lo sguardo e serrò la mascella. «Ho sempre avuto paura che un giorno Layla e Matt trovassero i loro compagni e mi lasciassero sola, in un posto dove nessuno voleva accettarmi». Non lo guardai, ma sentivo il suo sguardo su di me. «Ho cercato di integrarmi con gli altri il più possibile perché non volevo essere un’emarginata, ma non è servito a niente. Adesso, però, penso che le persone non cambieranno. Saranno sempre le stesse. Quindi, d’ora in poi, farò tutto quello che voglio. Non mi serve più nessuna sensazione di appartenenza. Se vorranno insultarmi o trattarmi diversamente, non mi preoccuperò più di dimostrare che si sbagliano…». Mi alzai dalla sedia, allontanandomi di qualche passo, e un’espressione confusa attraversò il suo bel viso.
«Io, AADHYA Brown, figlia dei defunti Daniel e Rose Brown del branco Blue Moon, accetto il rifiuto di Ethan Smith come suo compagno e Luna del branco Blue Moon». Non appena quelle parole lasciarono le mie labbra, Ethan crollò a terra, urlando di dolore, mentre io mi stringevo il petto. Caddi a sedere anch’io, mentre il dolore diventava lentamente insopportabile. Cercai di riprendere fiato, tentando di fermare la sofferenza. Dopo qualche minuto di agonia, iniziò a svanire. Mi guardai intorno e vidi Ethan che ancora urlava e si dimenava. Gattonai verso di lui e gli presi la mano. Di nuovo, delle scintille percorsero i nostri corpi e un impulso travolgente di abbracciarlo mi avvolse, ma mi trattenni. Era ancora a terra, ma non urlava più… quindi immagino che il legame tra compagni abbia ancora effetto… Non so per quanto tempo rimanemmo lì a tenerci per mano, ma quando il cellulare squillò nella mia tasca, lasciai la sua mano con cautela.
«Pronto?».
«Dicci che non ha fatto niente per cui dovremmo ucciderlo», sentii la voce di Layla dall’altro capo.
«Sarò in camera mia tra cinque minuti», le dissi, e lei riattaccò… ora dovrò raccontargli tutto nei minimi dettagli…
Mi alzai e guardai Ethan, che aveva un’aria abbattuta. «È stato bello avere una conversazione civile con te, Ethan», dissi, e senza aspettare una sua risposta, andai in camera mia. Appena entrai, mi trovai di fronte una Layla e un Matt furiosi.
«Ha pianto», ruggì Layla, ma feci scoppiare la bolla prima che potesse immaginare qualcosa di terribile.
«Ho accettato il suo rifiuto». Non appena pronunciai quelle parole, si bloccarono sul posto.
«Hai accettato il suo ri-ri-rifiu…». Layla non riuscì nemmeno a finire la parola e rabbrividì.
«Ma…», Matt voleva dire qualcosa, ma alla fine scosse la testa e si lasciò cadere sul letto, sconfitto. Avevo già visto quella luce nei loro occhi ieri, quando avevo detto di aver trovato il mio compagno. Che Ethan mi avesse rifiutata o no, conservavano ancora una piccola speranza che lui ritirasse il suo rifiuto e mi accettasse, ma ora che l'avevo accettato io, non c'era più possibilità di tornare indietro.
Matt si alzò dal letto e mi abbracciò, mentre Layla stava ancora cercando di rimettere in ordine i pensieri. «Stai bene, Addy?» mi chiese, e io strinsi più forte la presa intorno a lui.
«No» ammisi, e lui annuì. «Ma starò bene. Volevo chiedervi una cosa» dissi, e loro emisero un mugugno d'assenso. «Anche dopo aver accettato il suo rifiuto, quando l'ho toccato ho sentito di nuovo le scintille» confessai, e Matt fece un respiro profondo.
«Il legame tra compagni si può spezzare solo quando uno dei due muore, Addy. Nessun alfa, nemmeno il Re Alfa, è abbastanza forte da rompere il legame tra compagni» disse, e io sbuffai irritata.
«E allora a che diavolo serve quello stupido rifiuto?»
Stavolta fu Layla ad alzarsi e a posarmi le mani sulle spalle. «Se mantieni le distanze da Ethan, svanirà lentamente. Non so quanto lentamente, ma so che la distanza aiuta se vuoi impedire al legame di crescere o, nel tuo caso, di affievolirsi dopo un rifiuto» spiegò con tristezza. «Ha accettato il tuo consenso senza problemi?» mi chiese, e io scossi la testa.
«Ti ha fatto del male?» domandò Matt, e Layla cercò sul mio corpo qualche ferita.
«Il legame tra compagni non gli permetterà mai di farmi del male fisicamente» dissi loro, e annuirono lentamente. «Però sì, è doloroso per entrambi… e stavolta di più per lui.»
«Bene, se lo merita dopo quello che ha fatto» sentenziò Layla, e Matt annuì in segno di supporto.
«Nessuno merita di provare un dolore simile, Layla» le dissi sedendomi sul letto, «e sapevamo tutti che ama Stella.»
«Se la Dea Luna vi ha uniti, significa che sei tu la persona migliore per lui» ribatté Matt. «E sei la sua compagna, Addy. Non ha altra scelta che innamorarsi di te.»
«Amare Stella è una sua scelta, mentre amare me era più un obbligo e, credetemi, preferirei vivere da sola piuttosto che con qualcuno che sta con me solo per dovere» spiegai, e un'espressione affranta attraversò il viso di Layla.
«Non so che dire, Addy. Non hai torto, ma anche quello che ha fatto lui non è giusto» disse, e io annuii.
Matt si avvicinò e si sedette per terra. «Non essere triste, Addy, la mia offerta per un ménage à trois sarà sempre valida per te, per tutta la vita» disse con la massima sincerità, e io gli tirai un pugno forte sulla spalla mentre Layla scoppiava a ridere. Cercai di trattenermi, ma la sua espressione era così comica che alla fine cedetti e risi a crepapelle. Ridemmo per un bel po'.
«Il tuo cervello sta diventando una fogna di lussuria giorno dopo giorno, Matty» gli disse Layla, scompigliandogli i capelli. Lui la fulminò con lo sguardo, poi andò davanti alla toletta e si sistemò la pettinatura.
«Posso digerire le tue battute squallide, ma non accetto nessun tipo di scherzo con i miei capelli» disse mentre si acconciava. Layla alzò gli occhi al cielo. «Sono un lupo senza compagna in età da accoppiamento. Devo sempre essere al meglio per la mia compagna, Layla» aggiunse, e io sorrisi di fronte alle sue stupide scenate.
All'improvviso, entrambi smisero di battibeccare. Li guardai: avevano lo sguardo perso nel vuoto, così sbuffai e aspettai.
«L'Alfa ci ha chiamati al campo di addestramento» rispose Matt al mio sguardo interrogativo.
«Ed è una cosa seria» completò la frase Layla, e corremmo giù per le scale. Quasi tutti erano radunati al campo di addestramento, e alcuni stavano arrivando di corsa proprio come noi. Ci fermammo lì, in attesa dell'Alfa, mentre il Beta, il Gamma e la coppia Delta erano già in piedi di fronte a tutti. Dopo qualche minuto, l'Alfa e la Luna si fecero avanti, accompagnati da due persone che non erano del nostro branco. Mi voltai verso Matt e Layla per chiedere se sapessero chi fossero. Avevano gli occhi chiusi e annusavano l'aria come se la loro vita dipendesse da quello… {il che è vero}… alzai gli occhi al cielo per la mia stessa coscienza, ma rimasi scioccata quando finalmente capii di cosa si trattava. Li guardai a occhi spalancati e a bocca aperta, mentre entrambi pronunciavano la stessa parola all'unisono: «COMPAGNA».
