SEI. IL FREDDO PROFESSORE
«Capirà che non siamo sposati davvero se te ne stai così rigida.»
«Scusa, ma sono molto nervosa.»
«Tranquilla, mio nonno non ti mangia mica.»
«Però sembra un tipo un po’ selvatico.»
«È solo un uomo disciplinato. Vuoi mettere la mano sul mio braccio?»
«C-cosa?»
«Metti la mano sul mio braccio e comportati come una moglie amorevole.»
Cammila non era abituata a nessun tipo di intimità con Shane. Per tutto il pomeriggio si era chiusa in camera sua per evitarlo, pur sapendo che lui era rimasto a casa tutto il giorno. La macchina era parcheggiata sotto la tettoia e non si era mossa di un centimetro da quando erano tornati dal municipio. Aveva incontrato Shane solo verso le cinque, quando lui aveva bussato alla porta della sua camera per chiederle cosa avrebbe indossato per la cena con lui e suo nonno.
Cammila provò un forte imbarazzo al ricordo di Shane che apriva l'armadio della sua stanza e sceglieva ogni singolo capo che avrebbe dovuto indossare quella sera. Compresi il reggiseno e le mutandine che aveva addosso in quel momento. Era stata tutta una sua scelta.
«Ho riempito l'armadio con alcuni vestiti da donna. Nel caso in cui la mia sposa non avesse avuto il tempo di preparare le valigie. Puoi dare un'occhiata.»
«Uhm… grazie.»
«Mio nonno ha gusti costosi. Stasera devi apparire elegante. Prova quel vestito blu zaffiro.»
«Sei sicuro che a tuo nonno piacerà questo vestito?»
Cammila aveva preso un abito a maniche lunghe con una scollatura a V molto profonda.
«Quel vestito ti sta bene. E metti questa biancheria di seta. Sarà perfetta per la nostra prima notte.»
Le guance di Cammila avvamparono al ricordo di Shane che le porgeva un completino di seta color carne. Sul viso di lui non c'era la minima traccia di imbarazzo. L'unica a sentirsi a disagio, in realtà, era Cammila. Era una di quelle donne che raramente aveva contatti fisici troppo intimi con gli uomini. Pensava che ciò che Shane aveva fatto fosse molto sconveniente, ma si ricordò ancora una volta che lui era suo marito. Doveva abituarsi alle cose intime che avrebbe fatto con lui.
«Buonasera, signor Coffey.»
Un cameriere li salutò non appena varcarono la porta principale del lussuosissimo ristorante.
«Mio nonno è già arrivato?»
«Il signor Jefferson la sta aspettando nella sala VIP. Prego, seguitemi.»
Il cameriere li accompagnò a una delle sale VIP al secondo piano. Shane sentì Cammila mormorare più volte con stupore mentre attraversavano la sala da pranzo principale, il cui soffitto era decorato con giganteschi lampadari di cristallo.
«Comportati in modo elegante. Non mostrare la tua goffaggine davanti a mio nonno.»
«Ricevuto. È la prima volta che mangio in un ristorante così lussuoso.»
«Ho notato che Yvone mantiene sempre un certo contegno a ogni evento formale. Mi aspetto che tu mostri maniere almeno altrettanto buone.»
«Già, perché non sposi la mia matrigna, allora? Io non posso essere elegante come lei, visto che non partecipo mai a nessun evento formale.»
«Yvone è troppo vecchia per me. E non è il mio tipo. Anche se mi è parso che volesse proporsi lei, al posto della figliastra.»
«Mi hai detto di fingere di essere una moglie amorevole pazza di te. Ma guarda un po’, mi hai rovinato l'umore con i tuoi commenti irritanti.»
«Beh, abituati a queste cose.»
Cammila stava per ribattere, ma il cameriere aveva già aperto la porta della sala da pranzo VIP e li aveva invitati a entrare. Jefferson e il suo assistente li stavano aspettando, gustandosi un bicchiere di vino.
«I novelli sposi sono sempre impegnati, eh? Di solito non sei mai in ritardo.»
«Come hai detto tu, siamo molto impegnati. Ci sono un sacco di cose da fare a letto.»
Era strano come Shane riuscisse a dirlo con tanta naturalezza, mentre Cammila, arrossendo, cercava di nascondere il viso dietro la sua schiena.
«Per questa volta capisco. Ti meriti di passare del tempo con la tua sposa. Siediti, Avery.»
Cammila guardò Shane, esitante. Lui colse il suo disagio e si rivolse al nonno.
«Puoi chiamarla Cammila.»
Il signor Jeff sollevò un sopracciglio, confuso.
«È il soprannome che le dava la sua defunta madre. Si sente più a suo agio con questo nome.»
«D'accordo. Siediti, Cammila.»
«Grazie, signor Jeff.»
«Chiamami nonno. Ormai sei la moglie di mio nipote. E spero che tu sia felice del tuo matrimonio.»
«Sono certa di essere felice. Shane è un marito gentile e amorevole. Sono fortunata ad averlo».
Jefferson inarcò le sopracciglia di fronte all'intimità tra suo nipote e la moglie. Doveva ammettere che Shane aveva sposato una donna diversa da tutte le fidanzate che gli aveva presentato fino a quel momento. Stavolta, la moglie di Shane gli dava una buona impressione.
«Allora, Fizto, di' al cameriere di servire subito tutte le portate. Non posso lasciare che gli sposi muoiano di fame».
Shane si voltò a guardare Cammila e sorrise debolmente, vedendo come fosse riuscita a gestire bene la situazione. Suo nonno era rimasto colpito dall'innocenza e dalla schiettezza di Cammila. Era convinto che il patrimonio sarebbe finito nelle sue mani il prima possibile. Avrebbe cacciato con facilità quel figlio illegittimo dalla vita della sua famiglia non appena fosse stato nominato unico erede di Jefferson Alexander Coffey.
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«Wow, una piscina con la fontana. Fa davvero caldo stasera».
«Oh, merda! Che cosa vuoi fare?!»
Shane si slacciò bruscamente la cintura di sicurezza e cercò di inseguire Cammila, che era appena schizzata fuori dalla macchina. Non si aspettava che riuscisse a correre così veloce da ubriaca.
«Voglio fare un bagno. Lasciami andare. Che stai facendo?»
«Non ti permetterò di rovinare i miei cherubini».
«Uomo freddo e tirchio. Lasciami. Torno dentro da sola».
Shane non si curò delle urla di Cammila. La portò in braccio fino alla sua camera al secondo piano, imprecando di tanto in tanto perché lei li aveva quasi fatti cadere entrambi dalle scale.
«Stai zitta! Ci farai male a tutti e due».
«Tu… perché sei così aggressivo?»
All'improvviso, l'espressione di Cammila si fece triste. Le si riempirono gli occhi di lacrime e, arrivata in cima alle scale, cominciò a colpirgli brutalmente il petto.
«Maledetto bastardo. Non hai un cuore. Sei cattivo. Sei un diavolo dal cuore di ghiaccio».
«Smettila! Mi fai male».
«Mettimi giù. Non toccarmi».
Shane rinunciò a portarla fino in camera. La mise a terra e la lasciò barcollare verso la sua stanza. La prossima volta si sarebbe ricordato che Cammila reggeva davvero male l'alcol. Aveva bevuto solo due bicchieri di vino e uno di whisky prima di trasformarsi di colpo in una selvaggia brutale.
«Che ci fai qui? Questa è la mia stanza».
«Questa è casa mia. Quindi anche questa stanza è mia».
«Va bene. Ogni angolo di questa casa è tuo».
Cammila urtò con violenza la spalla di Shane mentre stava per andare in bagno, ma lui le afferrò il polso.
«Dove vai?»
«Ti ho detto che fa molto caldo stasera. Devo fare un bagno».
«Ti servirà il mio aiuto», ghignò Shane con malizia.
«Neanche per sogno. Posso farcela da sola. Non sono una bambina».
«Invece sì. Sembri così giovane, ingenua e goffa».
«Lo dici come se tu fossi l'uomo più perfetto del mondo».
Shane non rispose, ma il suo viso si aprì in un ghigno che fece venire a Cammila voglia di prenderlo a pugni. Si liberò dalla presa di Shane con uno strattone, intenzionata a correre più veloce che poteva verso il bagno. Ma lui la afferrò per le spalle e la spinse con forza all'indietro. Cammila soffocò un urlo quando la sua schiena colpì il letto.
«Ahi! Che stai facendo? Vuoi rompermi la schiena?»
«Molto meglio. Voglio che passiamo la nostra prima notte insieme. Te l'ho detto stamattina, nel caso te ne fossi dimenticata».
«Non posso farlo adesso».
Shane ignorò il suo rifiuto. Le bloccò le spalle contro il letto e i suoi occhi si annebbiarono alla vista del profilo seducente di Cammila. In realtà, Cammila era apparsa molto invitante fin dal momento in cui era uscita dalla sua stanza con l'abito blu zaffiro che lui aveva scelto. Con il trucco e i vestiti giusti, sembrava molto più bella e sexy del suo aspetto solitamente scialbo all'università. Si era trattenuto dal palparla durante la cena con suo nonno. La profonda scollatura a V del vestito offriva un accesso illimitato alla sua splendida décolleté. Cammila non aveva un seno troppo grande, ma sembrava perfetto per le sue mani. Shane provò a toccarla per la prima volta, provocando un gemito acuto dalle labbra di lei.
«Che stai facendo?» la voce di Cammila era roca e bassa.
«Ti sto assaggiando. Vedrai che poi ti piacerà. Fidati di me».
