Che diavolo, Savannah!

Capitolo 5: Ma che diavolo, Savannah!

«Ci siamo» borbottai.

Roman spense il motore, poi si voltò verso di me.

«Sei pronta?»

«No.»

Allungò una mano e prese la mia. Una stretta forte, calda, che mi diede sicurezza.

«Non sei sola.»

Poi mi infilò qualcosa al dito.

Un anello di fidanzamento.

Un anello di fidanzamento enorme con una grossa pietra blu al centro.

Lo guardai e lui sfoggiava il suo solito sorriso spavaldo.

«Avevi dimenticato questo dettaglio cruciale della storia.»

Restai a bocca aperta davanti a quella meraviglia che sentivo fredda sulla pelle.

«Porca miseria. Dove l'hai preso?»

Mi guardai intorno freneticamente in cerca di una scatola o qualcosa del genere, ma non c'era niente.

«Non ha importanza. L'importante è che facciamo un figurone e torniamo a Philadelphia il prima possibile. Capito?»

Sentii la gola stringersi. Annuii una sola volta.

Scendemmo insieme dall'auto.

Roman mi raggiunse e mi mise una mano sulla schiena, guidandomi come un uomo che l'aveva fatto mille volte. Si era tolto gli occhiali da sole e aveva indossato il suo sorrisetto.

Adesso era un metro e novanta di caos silenzioso e sicurezza sartoriale.

Trattennero tutte il fiato all'unisono.

Alyssa squittì: «Oddio, che figo».

Lizzy strillò: «Sembra Brendan Fraser da giovane!».

Zia Janice sussurrò: «Signore, abbi pietà».

Mia madre sbatté le palpebre due volte. «È… più alto di quanto mi aspettassi.»

La mascella di Chloe si serrò di scatto. Il colore le defluì completamente dal viso.

Sembrava che avesse visto un fantasma.

Roman rimase al mio fianco mentre scambiavo baci e abbracci con tutte le persone che non vedevo dall'anno prima.

«Ciao a tutte» dissi con dolcezza. «Lui è Roman Blackwood. Il mio fidanzato.»

Roman tese la mano a mia madre. «È un vero piacere conoscerla finalmente, signora.»

Quel "signora" ebbe un certo effetto su mia madre, che parve quasi frastornata.

«Ti prego, chiamami Flora» arrossì.

Chloe si fece avanti, con la voce tesa. «Non avevi detto che era… lui.»

Roman inclinò la testa. «Lei non aveva detto che tu fossi così bionda.»

Il silenzio divenne assordante. Mi sto perdendo qualcosa?

Dean si schiarì la gola, le mani ficcate in tasca, e fece un passo avanti. «È un piacere rivederti, Sav» disse, prima di stringermi in un abbraccio inaspettato.

Mi divincolai e feci qualche passo indietro per tornare accanto a Roman. «Anche per me.»

I suoi occhi castani scrutarono intensamente me e Roman, prima di allungare una mano verso di lui, gonfiando un po' il petto.

«Dean Archer, piacere di conoscerti finalmente. Di persona» sogghignò.

La risposta di Roman gli cancellò quel sorrisetto spavaldo dalla faccia in pochi secondi.

«Sei molto più piccolo di quanto immaginassi» disse Roman, socchiudendo gli occhi e squadrandolo come un minuscolo esemplare in mostra.

Alyssa scoppiò a ridere, poi abbracciò Roman. «Ciao, sono Alyssa. La sorella maggiore di Savannah.» Indicò la piccola Emily, ancora accanto a nostra madre. «E lei è mia figlia, Emily.»

Roman sorrise, un sorriso vero, genuino. «Piacere di conoscerti finalmente, Alyssa. Sei molto più bella di persona. Sav mi ha parlato molto bene di te.»

Alyssa arrossì.

Lui salutò con la mano una timida Emily. «Ciao, Emily!»

Roman abbracciò le mie zie e scambiò qualche parola con loro e, fino a quel momento, se la stava cavando alla grande. Molto disinvolto e convincente.

Chloe se ne stava in disparte con le braccia conserte e le labbra piegate in una smorfia. Che problema ha?

«Vieni, Roman. Mio marito non vede l'ora di conoscerti.» Mia madre e zia Janice praticamente trascinarono Roman in casa, lasciandomi con Alyssa, Chloe e Dean.

«Ti aiuto a portare dentro i bagagli» si offrì Dean.

«No, grazie. Ce la faccio da sola.»

Chloe si fece avanti. «Ti aiuto io. Alyssa è troppo pigra per dare una mano, tanto.»

Alyssa rise in risposta.

Chloe marciò verso il bagagliaio e, invece di tirare fuori le nostre valigie come avrebbe dovuto, mi afferrò la mano, proprio quella con l'anello di fidanzamento.

Guardò il suo anello e poi il mio, a bocca spalancata.

«Come diavolo hai fatto ad avere un anello più grande del mio?» si lamentò.

«Ma dici sul serio, Chlo?»

«Certo che dico sul serio! Non dovresti avere un anello più grande di quello della sposa!» Sbatté un piede per terra.

Intervenne Dean. «Amore, non è così grave. È il pensiero che conta» le sussurrò, per poi darle un bacio sulle labbra. Con gli occhi fissi su di me.

Distolsi lo sguardo.

«Non mi interessa! È un disastro! Sav non sa neanche la prima cosa sugli anelli e si ritrova con quello più grosso. Fa' qualcosa, Dean!»

Era rossa come un peperone e sembrava sul punto di scoppiare a piangere da un momento all'altro.

«Oh, Signore. Pensavo avessimo superato questa fase» sussurrò Alyssa.

«Va bene. Se vuoi un anello più grande, avrai un anello più grande. Dammi un attimo per parlare con il mio gioielliere e vedremo di trovare una soluzione» tentò di calmarla Dean.

Chloe annuì su e giù con la testa come una bambina. Il suo fidanzato si portò il telefono all'orecchio e si allontanò, senza dubbio per chiamare il gioielliere.

«Non hai più sedici anni, Chlo. Non dovremmo litigare per la grandezza di un anello.»

Le si dilatarono le narici. «Sempre la solita presuntuosa, eh, Sav?»

«Chloe, basta» la rimproverò Alyssa. «Aiutala a tirare fuori le borse dal bagagliaio.»

«Non preoccuparti, ci penso io» disse Roman, spuntando dal nulla.

Sorrisi e feci un passo indietro mentre lui tirava fuori senza sforzo le pesanti borse dal portabagagli.

Mentre Roman prendeva i nostri bagagli, Chloe mi sibilò all'orecchio: «Ma davvero lo porti al mio matrimonio?»

Sorrisi, in modo quasi troppo smagliante.

«Tu hai portato Dean.»

«Lui è mio marito, genio.»

«Allora siamo in due.»

Seguii Roman dentro, mano nella mano. Non era cambiato molto da quelle parti. Be', a parte il fatto che c'erano almeno un centinaio di riviste di moda sparse per il salotto. Tutte su abiti da sposa.

«Dov'è papà?» chiesi a mamma.

«È in una riunione su Zoom, ma ti avviso appena finisce.»

«Ok, mamma.»

Chloe e suo marito entrarono nella stanza, sembravano la versione criminale di Ken e Barbie.

Un sorriso mi spuntò subito sul viso.

«Chloe, ti ho preso un piccolo regalo di nozze... All'inizio non sapevo cosa prenderti, visto che hai praticamente tutto» sogghignai perfida. «Poi mi è venuta in mente una cosa perfetta.»

Roman ridacchiò. Chloe aggrottò le sopracciglia.

«Cosa?» chiese, incerta.

«Aspetta. Vado a prenderlo subito.»

In mezzo al salotto, davanti a tutta la mia stirpe, aprii la cerniera della valigia e tirai fuori il regalo di nozze del secolo, avvolto in un'elegante scatola nera.

Allungai la mano e Chloe prese la scatola, mentre la sua incertezza iniziale svaniva.

«Oh, grazie... Non avevo pensato di prenderti niente» disse distrattamente, abbassandosi all'altezza del tavolino di ciliegio.

Roman mi lanciò un'occhiata, sapendo già cosa c'era dentro.

Cercai di trattenere una risata mentre lei apriva la scatola con foga. Iniziai un conto alla rovescia mentale prima che scoppiasse il caos.

Tre...

Due...

Uno...

«Ma che diavolo, Savannah!»

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